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  • Martina Zanetti

Videogiochi Italiani - eccellenze e buone notizie


Il mercato dei videogiochi in Italia c’è ed è in continua crescita. Purtroppo un po’ troppo a rilento, ma di questi tempi una si accontenta. Anche perchè, comunque, è uno dei mercati più floridi degli ultimi anni.


L’industria dei videogiochi è un'industria che, fortunatamente, non si è fermata nell’anno del lockdown ma anzi continua ad espandersi, anche se a fatica.


Tutto questo lo confermano i dati raccolti con il nuovo censimento dei game developer italiani presentato quest’anno da Iidea, (Italian Interactive Digital Entertainment Association) l’associazione di categoria dell’industria del videogioco. Secondo i numeri appunto, crescono gli addetti del settore: oltre 1600, una crescita di oltre 500 unità rispetto al 2018 (+45%), tra cui moltissimi giovani, il 79% degli addetti ha un’età media inferiore ai 36 anni.


Nel biennio 2019/2020 il 35% dei rispondenti al sondaggio ha assunto nuovi dipendenti e il 76% ha avviato collaborazioni negli ultimi 2 anni, e un altro dato confortante è che il 59% dei rispondenti ha intenzione di assumere o di avviare collaborazioni nel biennio 2021/2022.


L'entusiasmo e la voglia di credere e crescere in questo settore quindi non mancano, ma quando si tratta di avviare da zero un’azienda di sviluppo di videogiochi possiamo dire lo stesso?


In realtà si. Così come per ogni azienda di qualsiasi settore in Italia non è facile avviare un’attività, soprattutto durante una pandemia, anche per l’industria dei videogiochi ci sono delle belle gatte da pelare. Ma i dati mi rasserenano: sono state registrate 160 risposte valide al questionario online, con un aumento del 26% rispetto al numero di risposte registrato nel 2018. Direi che è una buona notizia, perché le circa 160 imprese di sviluppo di giochi e team informali offrono lavoro, come già detto, a oltre 1600 persone impiegate nel settore dei videogiochi.


Altro dato interessante è quello del cash, che è il motivo (oltre la passione chiaramente) per il quale ognuno di noi fa il lavoro che fa: cresce il numero delle società con un fatturato superiore ai 500.000 € (26% vs 17% 2018). Ciò che però di solito preoccupa di più chi fa questo lavoro, in merito ai soldi, è dove reperire i fondi per finanziare le proprie produzioni. Produrre videogiochi costa, molto più di quanto si pensi, e a meno che non si parli di grandi nomi non è facile trovare qualcuno che possa finanziare un progetto interessante. Infatti, quanto emerge dal censimento di Iidea, è che circa il 93% delle case di produzione italiane fa ricorso al capitale proprio per finanziare la propria attività. Posso dire però che, a parer mio, è confortante sapere che è in aumento il supporto finanziario dei publisher (28% vs. 21% del 2018), il ricorso ai finanziamenti pubblici (24% vs 6% del 2018) e agli istituti bancari (18% vs 6% del 2018). Il 5% degli studi riceve un supporto finanziario dai platform holder.


Un dato non troppo positivo però per l’industria videoludica italiana è il suo posizionamento internazionale. La maggior parte delle imprese è impegnata nel mercato B2C (Business to Client), che trova il suo mercato principale in Europa (60%), seguito dal Nord America (25%). L’Italia, purtroppo, ha un peso limitato sul totale del mercato B2C, rappresentando soltanto il 6% anche se secondo i rispondenti al sondaggio sta diventando un paese più attrattivo per lo sviluppo di videogiochi.

Ciò che però è positivo per il mercato italiano è il cospicuo numero di partnership di successo realizzate da società italiane con società internazionali legate al mondo dei videogiochi.


Se volete approfodire l'argomento ancora di più, qui trovate il censimento completo di Iidea.


A questo punto entrerei però un po’ più nello specifico per riportare qualche dato legato ai veri e propri videogiochi. Gli sviluppatori italiani sono ben distribuiti praticamente su tutte le piattaforme disponibili, anche se il PC rimane la piattaforma di sviluppo preferita (41%), seguita da quelle mobile (27%) anche se lo sviluppo su console è cresciuto (22%). Il 27% degli studi ha inoltre già sviluppato un titolo VR/AR/MR e nel biennio 2021/2022 il 41% ha intenzione di lavorare su prodotti di questo tipo.

Per quanto riguarda i generi, i più comuni tra i videogiochi italiani sono Avventura/Azione (44%), Arcade (25%) e Puzzle (21%) anche se le case di produzione sono impegnate in una grande varietà di generi.


Credo sia doveroso, ora, fare qualche menzione d’onore ad alcune delle case di produzione italiane, più o meno grandi, che spiccano nel nostro paese:


MILESTONE

Fra le più longeve, viene fondata nel 1994 da un gruppo di appassionati di videogiochi che sono riusciti ad affermarsi come uno dei leader mondiali nel campo dei videogiochi di corse. Attualmente conta oltre 250 dipendenti, il che la rende la più strutturata e grande in Italia.

Il continuo successo ha portato Milestone a fare il passo nel settore del publishing, aumentando così il suo portfolio con i franchise quali MotoGP, MXGP e Monster Energy Supercross, oltre a pubblicare la sua prima IP proprietaria: RIDE


NAPS TEAM

Fondata nel 1993, NAPS Team ha sviluppato oltre 45 titoli diversi su più piattaforme

Gekido è uno dei titoli di maggior successo dello studio. NAPS Team ha inoltre guadagnato una notevole notorietà attraverso il suo prossimo progetto, Baldo, un gioco action RPG ispirato alla saga di The Legend of Zelda


ONE O ONE

Fondata nel 2008, One O One games si è evoluta da studio di post-produzione a software house specializzata nello sviluppo di videogiochi per console, PC, mobile e piattaforme di realtà virtuale. Dopo aver sviluppato Fury Roads Survivor, titolo mobile di successo, con oltre 7 milioni di download globali rimanendo in cima a diverse classifiche mondiali, One O One Games ha iniziato a lavorare anche su giochi story-driven per PC lanciando The Suicide of Rachel Foster su PC e console

Con uno staff di oltre 50 persone, lo studio è anche noto per VR Ping Pong Pro (PlayStation, Steam).


STORMIND GAMES

Stormind Games, uno studio siciliano con una comprovata esperienza nello sviluppo di videogiochi con uno stile visivo distintivo e una forte narrativa, è stato fondato nel 2016.

Lo studio è focalizzato nella realizzazione di IP proprietarie, ovvero videogiochi premium action-adventure e action RPG per PC e console.

Il primo titolo sviluppato dallo studio, Remothered: Tormented Fathers, è stato rilasciato nel 2018 ed è stato riconosciuto da Eurogamer come Best Indie e Best Italian Game, vincendo ulteriori premi ‘Best Italian Game’.

Con 50 dipendenti e una dozzina di collaboratori freelance, Stormind Games è concentrata nell’attrarre talenti dalla Sicilia, così come da altre regioni italiane e dai mercati internazionali.


STORM IN A TEACUP

Storm in a Teacup (STC), uno dei principali studi di sviluppo di videogiochi in Italia, è stata fondata Roma nel 2013 ed è una delle poche aziende di sviluppo completamente indipendenti in Europa.

Dalla fondazione, lo studio ha commercializzato quattro giochi per PC, PlayStation, Xbox, Switch e dispositivi di realtà virtuale.

Close to the Sun è il più recente progetto di STC, uscito nel 2019 su PC, Xbox, PlayStation e Switch ed è un pluripremiato gioco horror in prima persona. Si svolge alla fine del XIX secolo ed è stato localizzato in oltre 10 lingue.


TRINITY TEAM

Trinity Team è un piccolo studio indipendente fondato nel 2017 da esperti sviluppatori di videogiochi. Il suo titolo più popolare è Bud Spencer & Terence Hill - Slaps and Beans, uscito nel 2018, un videogioco beat ‘em up basato sui famosi attori italiani di Spaghetti Western, finanziato con una campagna Kickstarter da 200.000 dollari.

Trinity Team ha sede a Bologna e ha dipendenti che collaborano fuori dall'Italia.


Parlando quindi di sviluppo e videogiochi in Italia c'è solo da piangere? A quanto pare no. Come ho già detto, ogni impresa di ogni settore può trovare le sue difficoltà, sia in fase di avviamento che in corso d’opera, ma i dati dell’ultimo anno ci fanno ben sperare. Considerando il continuo aumento dell’interesse da parte del pubblico nei confronti dell’industria videoludica mi sento di dire che la situazione può solo che migliorare, sia per quanto riguarda il consumo e l'acquisto da parte dei videogiocatori, sia per quanto riguarda l’intenzione dei giovani di lanciarsi nel mondo del game development.


Agli italiani passione e creatività non sono mai mancate, anzi, e sarebbe un peccato non sfruttare la crescita del mercato per affermarci definitivamente in un ambito creativo così importante. Se siete dei giovani ragazzi che coltivano questo sogno non mollate: come avete potuto leggere, i numeri in Italia sono a vostro favore e le opportunità ci sono, dovete solo saperle cogliere!


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